INDICE
1.Articolo del NYT
2.La ricerca in psicoterapia
3.Psicoterapia e scienze umane
4.Relazione terapeutica
5.Consigli bibliografici sul tema
1.Articolo del NYT
Condivido sul mio blog un recente articolo che mi è capitato di leggere tratto dal New York Times.
L’articolo ha poco più di un anno. Si può dire sia recente. E tocca, in maniera discorsiva e alla portata di ogni lettore, alcuni nodi centrali della ricerca in psicoterapia. Citando diversi autori molto noti nel campo (come Bruce Wampold o Jonathan Shedler) l’autore romanza una storia, quella della psicoterapia, in cui fin dall’epoca di Sigmund Freud esigenze di scientificità e libertà incondizionata da qualsiasi forma di verificabilità empirica si alternano, si mescolano, si azzuffano.
2.La ricerca in psicoterapia
Dopo decenni di ricerca nel campo, molti autori riconoscono che l’idea di una psicoterapia esclusivamente protocollabile e riproducibile in maniera standardizzata sia una chimera. D’altro canto, anche l’idea chiamata “verdetto di Dodo” per cui tutte le forme di psicoterapia tendono ad equivalersi ci dice poco, resta una risposta inaccettabile a lungo termine.
Quello che sempre più sta interessando il panorama della ricerca è l’idea che, al di là delle tecniche, sia da ricercare nella relazione tra paziente e terapeuta il cuore dell’effetto della terapia. Ora, la relazione terapeutica viene spesso ridotta ad una questione di empatia, disponibilità all’ascolto, accoglienza. Qualità umane bellissime, forse un po’ edulcolorate però.
La relazione tra le parti è in realtà qualcosa di molto più denso e ricco. L’incontro tra paziente e terapeuta genera “effetti”: quello che il paziente dice viene sentito, visto, tollerato o meno dal terapeuta. Di più. Se il terapeuta non lasciasse “entrare” questi “effetti” e rimanesse vincolato ad una teoria (per quanto importante) precostituita, si correrebbe il rischio di non farla proprio nascere questa relazione terapeutica.
3.Psicoterapia e scienze umane
Ora, l’uso smodato che ho fatto delle virgolette e il linguaggio metaforico generano repellenza da parte di chi si occupa di metodo scientifico. La realtà però, e per fortuna, è più complessa. Se riusciamo a uscire dall’idea che il metodo scientifico sia lo stesso per tutte le scienze, diventa possibile trovare il modo per fare della relazione terapeutica un campo sondabile: semplicemente, con strumenti diversi.
Nell’articolo, Timothy Anderson dell’Ohio University fa riferimento alla capacità del terapeuta di sostenere la frustrazione, di accogliere il dolore del paziente senza venirne travolto, di utilizzare un linguaggio vicino alla persona. Non solo empatia insomma.
Campi del sapere come la fenomenologia clinica, l’ermeneutica, l’antropologia culturale, la sociologia e quella che è stata recentemente chiamata geopolitica umana non devono spaventare o essere visti come territori alieni al mondo della psicologia e della psicoterapia. L’idea che la relazione possa generare effetti e che il “sentire umano” possa essere osservato nel proprio darsi e declinarsi diventa sempre più importante alla luce di un mondo in cui la psicoterapia trova sempre più spazio.
4. Relazione terapeutica
La relazione terapeutica non è un fenomeno naif o esoterico destinato agli eletti. I terapeuti, lo sanno, possono sentirsi “toccati” dalle lacrime del paziente, “frustrati” da narcisistiche ricerche di attenzione, “agitati” da certe dichiarazioni, “giudicati” da sprezzante nichilismo, “addolciti” da una tenera confessione, “commossi” da un sentimento vivo. Un terapeuta che non “coltiva” i frutti della relazione terapeutica rischia di trovarsi a ricoprire un ruolo insostenibile con i soli strumenti di una scienza a-priori.
La speranza, l’augurio, è che la ricerca e il futuro valorizzeranno sempre più il ruolo di tutte queste “virgolette”, invitando i giovani terapeuti a riporre momentaneamente i libri sullo scaffale (essenziali per una formazione teorica, inclusa quella sulla relazione terapeutica stessa) e ad entrare nel vivo dell’esperienza umana, della relazione terapeutica nel suo manifestarsi come tale.
5.Consigli bibliografici sul tema
Ales Bello, A.; Ballerini, A.; Borgna, E.; Calvi, L. – Io e tu. Fenomenologia dell’incontro
Battuello, M. – Formazione di Gruppo in Psicoterapia: un Modello Strategico
Callieri, B. – Corpo esistenze mondi
Costa, V. – Fenomenologia dell’intersoggettività
Costa, V. – I modi del sentire
Di Petta, G. – Gruppoanalisi dell’esserci
Di Petta, G. – Fenomenologia alzo zero
Gallese, V.; Morelli, U. – Cosa significa essere umani
Norcross, J.C.; M.J. Lambert – Psychotherapy relationship that works
Stanghellini, G. – Noi siamo un dialogo
Stein, E. – Il problema dell’empatia
Varela, F.; Maturana, H.R. – Autopoiesi e cognizione
Wampold, B. – The great psychotherapy debate
Zahavi, D. – Il primo libro di fenomenologia
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